Carlo goldoni

Carlo Goldoni e la commedia italiana del '700

  • Nasce a Venezia da una famiglia dell'alta borghesia

  • Period: to

    Carlo Goldoni

  • Segue il padre

    Fino al 1720 visse con il padre, frequentando a Perugia una scuola di gesuiti, per poi fare le scuole superiori a Rimini.
  • Fugge a Chioggia dalla madre.

    Si trasferisce dalla madre e studierà Giurisprudenza presso l'Università di Pavia
  • Si imbarca con una compagnia di comici

    Dura poco anche la permanenza presso la casa materna; interrotti gli studi fuggì su una nave, al seguito di una compagnia di comici. Ha inizio una vita un pochino dissoluta
  • Acquisisce la laurea come giurista

    Nel 1731, dopo la morte del padre, deve sobbarcarsi il mantenimento della madre, così ottenne velocemente la laurea presso Padova, divenendo avvocato.
  • L'anno della svolta

    Incontra a Venezia, vera patria del teatro in Italia, il capocomico Giuseppe Imer da cui ottenne il placet per scrivere per il teatro. Potè finalmente dar libero sfogo alla sua vocazione per il teatro. Infatti si diletterà in più generi, ma fu subito chiaro che il suo talento per la rappresentazione comica fosse preminente. Segnerà una vera rottura con la Commedia classica italiana, riformandola con garbo e gradualità.
  • La prima commedia interamente scritta

    La prima commedia interamente scritta
    Goldoni diede vita alla prima commedia interamente scritta, abbattendo la tradizione della Commedia dell'Arte, basata su canovacci improvvisati e su maschere stereotipate. Mette per iscritto "La donna di garbo". La prima assoluta andò in scena al teatro San Samuele.
  • Un piccolo inconveniente

    Venendo a mancare un'indipendenza economica, è costretto a lasciare Venezia per debiti; a Pisa riprende l'attività forense. tuttavia non smise di scitturare, ne di rimanere in contatto con il mondo del teatro.
  • Diviene scrittore di teatro per professione.

    A Livorno potè incontrare il capocomico Girolamo Medebach, il quale gli offrì un contratto ben remunerato per scrivere un certo numero di commedie l'anno. Allora decise di abbandonare l'avvocatura.
  • Goldoni e il nuovo intellettuale di teatro.

    Goldoni non rappresentò il tradizionale autore di alto ceto o foraggiato da un signore o da un mecenate. Lui fu precursore degli intellettuali borghesi dell'800, attenti al mercato e alle tendenze del pubblico; era un pubblico eterodosso che andava accontentato, utilizzando più registri linguistici e solleticando i suoi gusti difficili da soddisfare. In caso contrario a rimetterci sarebbe stato Goldoni stesso, perchè il suo successo ormai procedeva a braccetto col successo sul mercato.
  • "La Pamela"

    "La Pamela"
    E' la prima commedia senza maschere e non in dialetto.
  • "La locandiera", commedia in tre atti.

    "La locandiera", commedia in tre atti.
    Commedia di carattere; prima opera con protagonista una donna, Mirandolina, donna bella e affascinante, ma non la tipica maschera. Portare in scena una donna che sbeffeggia gli uomini è principio molto democratico, fin troppo libero anche per gli intellettuali illuministi. Mirandolina, proprietaria affascinante di una bottega fiorentina, farà innamorare tanti uomini, ma sarà poi lei a scegliere l'uomo giusto. Sposerà un modesto borghese, in linea coi principi di realismo che Goldoni trasmetteva.
  • L'esperienza al Teatro Sant' Angelo di Venezia

    Al Sant'Angelo per la compagnia di Giuseppe Medebach scriverà in un anno sedici commedie, incontrando il gusto del pubblico e continuando la riforma della commedia. Proprio a Venezia ebbe inizio la sfida teatrale col suo grande antagonista, giovane e spregiudicato, Pietro Chiari.
  • La rottura con Medebach e l'approdo al Teatro San luca.

    Ruppe col Teatro Sant'Angelo e si spostò al San Luca dove non visse un periodo felice. Per vincere il talento dell'antagonista Chiari, abbandonò anche la sua puntuale aderenza al reale e alla rappresentazione immediata, optando per alternative esotiche e avventurose.
  • Un'ulteriore rottura

    Ruppe anche con il San Luca. Vinto dalla critica di un pubblico che sembrava non apprezzare plot e figure riformate a favore della vetusta e favolosa realtà inscenata dalla Commedia dell'Arte, si trasferisce a Parigi. Anche a Parigi non visse momenti felici, perchè il pubblico sembrava legato ancora alla commedia del passato. Allora dovrà riciclarsi e adattarsi ad un vecchio stile buffonesco, in parte mimico, che nascondeva e celava il tentativo di impressionare la realtà sul palco.
  • Parigi lo applaude

    Nel 1771 ottiene un discreto successo con un'opera vicino allo stile di Molière, "Le bourru bienfaisant"- Il berbero benefico.
  • Il periodo più felice

    Il periodo più felice
    A Parigi, dopo avere prestato servizio alla corte francese come precettore della prole dei regnanti, Luigi XV e Luigi XVI, ottenendo una pensione generosissima, pubblicò le "Memoires".
  • Dalla corte alla morte in miseria

    Diviene maestro italiano della prole di re Luigi XVI, ottenendo una discreta pensione, che gli venne revocata con l'inizio del Terrore.
    Ridotto in miseria, morì a Parigi.
  • La riforma teatrale

    Goldoni volle allontanarsi dalla comicità volgare e grottesca a cui si era ridotta la Commedia dell'Arte. Allora Goldoni mise in atto un progetto di riforma graduale abituando così il pubblico pian piano.
    Eliminò il canovaccio e impose un copione, restituendo così valore all'autore: la commedia si potrà definire "autoriale", non più autoriale.
    Eliminò le maschere, introducendo personaggi con una propria psiche. La commedia diviene di carattere, ossia complesso, non d'intreccio.
  • L'imprescindibilità della verità!

    L'imprescindibilità va rispettata, perchè la verità deve riportare la realtà, non permettere che si rappresenti una verità fittizia: allora via la suspance, via l'irrealtà, il fantastico, perchè la realtà del suo tempo sia riproposta integralmente.
    Pieno Realismo e rispetto dell'ordine in scena, annullando l'improvvisazione; lo spettatore deve avere l'impressione della realtà sul palco, scene reali, non ci sono commistioni tra attori e pubblico: la famosa "Quarta parete" non viene mai infranta.
  • riforma teatrale

    Riformò anche la lingua, oltre che la psicologia complessa dei protagonisti. Il suo è un linguaggio vicino al toscano e lontano dal gergale popolare e volgare. Avrebbe dovuto essere gradito a tutti.
    Eccezione sarà quando sul finire di carriera utilizzò il dialetto veneziano, trasformandolo però in lingua d'arte.
    E le unità di tempo aristoteliche? (tempo, spazio e azione) Le rispetta, ma concede all'autore di poterle rispettare o meno.
    Però il vero pilastro è il VEROSIMILE.
  • Il Realismo goldoniano

    Lo spazio scenico deve rispettare la realtà sociale goldoniana.
    Chi assiste alla messinscena non deve temere di non assistere alla riproposizione della realtà. Realismo significò eliminare i lazzi, l'equivoco, il claunesco e la troppa intensità della scena.
    Inoltre immise almeno una volta a commedia la correzione di un vizio della società del tempo con l'uso della corretta morale. Si rida del vizio, così da imparare la lezione.
    Così si definì il teatro di Goldoni critico, non satirico.
  • Il Mondo e il Teatro

    Goldoni affermò di aver imparato a far teatro dal libro del mondo, che è esperienza, la vita di tutti i giorni, vizi e virtù della vita di tutti i giorni.
    Il teatro invece è il continuo dialogo che lui ebbe con attori e spettatori, perchè dai primi apprese come modificare dalla reazione durante le scene, dai secondi apprese la reazione nell'assistere alla messinscena.